lunedì 30 marzo 2015

Rihanna / Che noia Beautiful

Rihanna
Mario Vivanco
Rihanna

«Che noia Beautiful»

  

Al cinema, in Home - A casa, presta la voce a una ragazzina dai Caraibi, che vive di musica e viaggia con un alieno. E che, alieno a parte, lato personale, le somiglia


25 marzo 2015


Una dodicenne anticonformista dei Caraibi, appassionata della musica e della matematica, è costretta a cavarsela da sola quando sua madre, assieme a tutti gli altri abitanti della Terra, viene catturata da una razza aliena. Incontra un extraterrestre viola, ma è come lei un outsider, uno che sta fuggendo dal crudele capo galattico. Insieme iniziano un avventuroso viaggio per riunirsi a quelli che amano. Per tornare a casa. 

Una dodicenne anticonformista dei Caraibi, appassionata della musica e della matematica, la mattina va a scuola, il pomeriggio aiuta il padre venditore ambulante di abiti, un uomo con problemi di droga e alcol che presto la madre caccerà di casa. Ma il suo vero sogno, da quando è piccolissima, è cantare come le divine le cui canzoni ha imparato a memoria. A 15 anni è scoperta da un discografico americano in vacanza e trascinata a New York, dove a 16 fa un provino per il produttore più potente del mondo e lui le dice: «Puoi uscire da questo studio in due modi. Firmando un contratto o giù dalla finestra».

Seguono 7 album in 7 anni, altrettanti Grammy, 13 singoli al numero uno delle classifiche, 54 milioni di dischi venduti, e 200 milioni di tracce digitali – record mondiale di tutti i tempi –, 90 milioni di Like su Facebook, primato di visualizzazioni su Vevo/YouTube, creazione di profumi, linee di cosmetici e capsule collection di moda, ruolo di testimonial per multipli brand – ultimo e prestigiosissimo, Dior –, partecipazione a film. E tanta nostalgia di casa. Giudicate voi che cos’è più fantascientifico.

Se la storia di Tip, l’immaginaria protagonista di Home - A casa, il nuovo cartoon DreamWorks, o quella della verissima Rihanna, scelta per darle la voce: quella parlata in Italia non la sentiremo perché è stata ovviamente doppiata (come pure Jennifer Lopez, che fa parlare la madre di Tip), in compenso sentiremo quella cantata dei brani dell’omonimo album, Home, a partire dalla già acclamata Towards the Sun, vedi sopra.

Capelli mossi che sfiorano le spalle, miniabito rosso, Puma bianche: Rihanna mi riceve negli studios della DreamWorks. Non per parlare della sua chiacchierata vita sentimentale (se proprio lo volete sapere: il presunto flirt con DiCaprio è, sostiene, una bufala). Ma per spiegare quanto hanno in comune, lei e Tip.

Il carattere 
«Tip è forte, indipendente. Non si lascia scoraggiare, sa ciò che vuole e non molla mai, senza aspettare l’aiuto degli altri. Un po’ impertinente, com’ero io. Però sensibile. Sembrerà strano, ma io sono timidissima. Solo se sto bene con chi mi sta vicino riesco a essere spontanea».

La musica
«Adoro la scena in cui Tip fa ascoltare una canzone a Oh (l’alieno, ndr), che non ha mai sentito una nota di musica in vita sua, e lui non capisce che gli stia succedendo, cerca inutilmente di trattenersi ma finisce per ballare come un forsennato. La musica è la mia vita da sempre. Quando ero piccola, da noi a Barbados c’era solo un canale Tv: c’era la fascia oraria del telegiornale, quella di Beautiful, quella dei pupazzi di Sesamo apriti, quella dei documentari. La domenica, finalmente, davano video musicali tutto il giorno. Che pacchia: potevo stare un’intera giornata ad ascoltare Mariah Carey, Céline Dion, Bob Marley. Mi divertivo a mimare ogni loro canzone. Cantavo tutto il repertorio di Mariah, o almeno ci provavo. E a furia di imitare ho trovato la mia voce. Ero bambina quando ho deciso che volevo fare del canto la mia professione. Il momento in cui ne ho preso davvero coscienza lo ricordo benissimo. Avevo otto anni, era appena nato il mio fratello più piccolo, e io mi sono detta che volevo fare musica, musica in grado di arrivare nei posti del mondo in cui non ero mai stata».

La mamma

«Mi riconosco molto nel rapporto fra Tip e sua madre. La mia mamma è una forza della natura. Lo so che lo dicono tutti: ho la madre migliore del mondo. Ma io ne sono davvero convinta. Lei mi ha sempre riempito di affetto e non mi ha mai giudicato, né ha giudicato i miei amici. La sua presenza mi rassicura. Sono felice che sia stata Jennifer a dare voce al personaggio. Quando parla, sento lo stesso calore e la stessa sicurezza che mi infonde la voce di mia madre».

Gli outsider
«Oh è un alieno, Tip è un’umana: la musica è solo una delle tantissime cose che li rendono, per background, diversissimi. Ma pian piano scoprono una serie di somiglianze. È la base dell’amicizia, quando ci si comincia a conoscere e si smette di giudicare. So che cosa significhi sentirsi, come loro, un outsider, e quanta forza di volontà serva per liberarsi dalla sensazione. La prima volta mi è successo da bambina a Barbados, quando ho traslocato e sono finita in una scuola dove non conoscevo nessuno. E poi quando a sedici anni sono sbarcata a New York, dove ero “la ragazza che viene dall’isola”».

La casa

«Casa, nel film, è il ricongiungimento con le persone che ami. Per me, che sono sempre in giro, l’ancora di salvezza, quando torno la sera nella mia stanza d’albergo, è la Tv: notiziari, reality, film, documentari, cartoon. Ho imparato a considerare casa qualsiasi luogo in cui mi senta sicura, accolta. Ma nessun posto è come Barbados. Le mie spiagge, la mia famiglia, il mio cibo, la mia musica. Casa, per me, è lì».

Il servizio completo sul numero 12 di Vanity Fair in edicola da mercoledì 25 marzo 2015.



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