domenica 9 ottobre 2016

Amore Heavy Metal / Un sabato sonnolento



Amore Heavy Metal

Un sabato sonnolento



20 SET 2016
di
MARCO CANDIDA

È un sabato un po’ sonnolento e senza senso. Il cielo è bianco. La temperatura è oscillante: costringe a coprirsi e scoprirsi in continuazione. Patrick e io siamo a zonzo per Milano. Prima andiamo all’Ikea, poi in centro per lo più a provarci vestiti. Ora, vicino a casa, in Via Coni Zugna, siamo in un negozio di dischi. Patrick è alla sezione musica classica. Ha chiesto se ci sono vinili, ma non ci sono. Sicché Pat si accontenta di dare un’occhiata ai Cd. Lo vedo prendere in mano un Cd di Mozart. Un altro di Beethoven. Poi Chopin.
“Ma li hai già” gli dico.
Sorride. “È vero. A volte mi succede anche con i libri. Quando entro in una libreria, sono subito attratto dai libri che ho già. Vorrei comprare quelli… ”.
“La felicità è desiderare ciò che si ha” dico citando Ennio Flaiano.
“Sì, sono abbastanza d’accordo”.
“Ti senti felice?”
“Ora che sono con te, sì” dice lui.




Sempre romantico, il mio maritino. Ma se l’ho portato qui, in questo negozio di dischi, c’è una ragione. Non l’ho fatto per caso. Mi allontano da lui fermandomi alla sezione heavy metal. Prendo in mano Cd che contengono immagini cruente. Un Cd porta l’immagine di un pentacolo capovolto. Uno addirittura un paio di croci capovolte. Un altro il 666. Un altro una V rosso sangue assai truce e inquietante. Non mi concentro nemmeno sui nomi dei gruppi. Vado direttamente sui dettagli dell’immagine della custodia. Dopo un po’ Patrick mi raggiunge. Gli mostro un Cd. Presenta come immagine di copertina il disegno a tempera di una donna mezzo sbudellata.
“Conosci questo gruppo?” chiedo io.
“No. Non lo conosco” risponde Patrick.
“Sembrano forti”.
“Ti piace lo stoner metal, adesso?” fa Patrick.

Appoggio il Cd e ne prelevo un altro. Presenta l’immagine di un maniaco con un coltello in mano che sta per accoltellare una bionda procace. Ovviamente si tratta di un disegno. Come se fosse la locandina di un film.
“E questo gruppo?”
“No. No – fa Patrick – Il grindcore non fa per me”.

Non sembra avere particolari reazioni. Non è infastidito dalle immagini. Di certo non prova interesse. Proseguo ugualmente.
“Quelli?” indico col dito.
“No, ti ho detto. No. Non conosco gruppi che suonino viking metal”.
“Questi?” indico allora.

L’album presenta l’immagine di Francis Bacon con interiora di animali in mano.
“No. Niente doom metal nella mia vita”.
Alzo lo sguardo e lo fisso per un momento.
“Quelli là?” dico ancora indicando col ditino.
“No, amore, niente depressive black metal”.
“E i Christian Death?”
“Non conosco la shock metal”.
“E i Racer X?”
“Non conosco nemmeno la speed metal, amore”.
“E i Suffocation?”
“Idem. La brutal death metal non mi si addice. Preferisco Memo Remigi: Lo so, è un mio limite… ”.
“Patrick, allora com’è possibile che conosci così bene il nome del genere musicale di ogni gruppo?” faccio cambiando tono all’improvviso.
“Io…”.
“Dici sempre di non sapere questo e quello, ma appena t’interrogo un po’, sai sempre cose su cose. Come è successo nel tunnel degli orrori. Sapevi tutto di un personaggio praticamente impossibile da identificare. Anche delle Città Invisibili di Calvino, una volta, mi hai fornito un’interpretazione degna di un professore universitario”.
“Ma, amore…”.
“No, voglio sapere. Spiegami”.
“Amore, c’è l’etichetta. Guarda. Hair metal. Nu metal. Post metal. Power metal. Alternative metal… L’ho letto sull’etichetta”.

Guardo meglio. All’interno del negozio per ciascuna sezione c’è un cartello con scritto il genere generico come “Classica”, “Rock, “Pop”, “Heavy Metal”. Poi ciascuna scansia è ordinata per sottogeneri. I sottogeneri sono segnati su cartellini più piccoli. Gialli con una scritta in pennarello nero. Non li avevo notati.
“Scusa – dico – Che scema sono… ”.
Non so dove mettere gli occhi. Mi vergogno.
Patrick mi sorride.
“Non ti preoccupare”.
Alza una mano e mi mostra un Cd.
“György Ligeti. Questo non l’ho a casa”.
“È quello di 2001 Odissea nello spazio?” dico cercando di cambiare argomento il più in fretta possibile.
“E di Shining” dice Patrick.

Procediamo alla cassa allontanandoci dalla sezione heavy metal.


Marco Candida
Marco Candida, trentacinque anni, ha pubblicato sei romanzi e una raccolta di racconti. Nel 2007 ha esordito con La mania per l’alfabeto, Sironi Editore. Giulia dall'Aquila, ricercatrice presso la Facoltà di Scienze della Formazione presso l'Università di Bari, ha incluso La mania per l'alfabeto in un saggio pubblicato nei Quaderni di didattica della scrittura, 10/2008, Carrocci. Rossella Neri ha incluso La mania per l'alfabeto nella sua tesi di Dottorato di Ricerca in Letteratura e Filologia presso il Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Scienze della comunicazione all'Universita' degli studi di Verona. Titolo della tesi "La metanarrativa, le teorie, la storia, i testi".
Nel 2008 ha pubblicato il secondo romanzo dal titolo Il diario dei sogni, Las Vegas Edizioni. Parte di questo romanzo è stata inclusa nel 2010 nell’antologia americana Best European Fiction 2011 a cura di Aleksandar Hemon assieme ad autori come Ingo Schulze, Hilary Mantel, Colum McCann, Enrique Vila Matas - Sempre nel 2008 è uscito anche un terzo romanzo dal titolo Domani avrò trent’anni per Eumeswil. Nel 2009 Marco Candida ha partecipato come ospite assieme a Karen Russell (finalista Premio Pulitzer 2012), Charles Baxter, Chuck Clostermann, Steve Almond sul tema "Witty" alla Writers Conference dell'University of North Dakota a Grand Forks, North Dakota, Stati Uniti.
Candida è stato incluso nelle antologie Effetto Globale a cura di Marina Bastianello e Giulio Mozzi (Poligrafo; 2003) e Dizionario affettivo della lingua italiana a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta (Fandango; 2009), Narrativa D'oggidì a cura di Andrea Temporelli (Ladolfi; 2012) e altre piccole antologie per Perrone, Coniglio, Cadmo, Galaad e altre ancora. Suoi racconti sono apparsi nelle riviste italiane Nuova Prosa, Atti Impuri, Sagarana, Atelier, Nazione Indiana, La poesia e lo spirito.
Nel 2006 ha partecipato al convegno organizzato dal Professor Massimo Adinolfi a Sora assieme a Ermanno Cavazzoni, Mario Perniola, Rocco Ronchi, Franco Arminio, Giulio Mozzi, Umberto Casadei. Giulio Mozzi parla anche di Marco Candida (pag. 112-113) nel saggio pubblicato nel 2009 da Terredimezzo dal titolo (non) Un corso di scrittura e narrazione fornendone un giudizio lusinghiero. Nel 2011 è uscito il suo quinto romanzo Il bisogno dei segreti (Las Vegas Edizioni).
Un'intervista a Candida e altri autori è inclusa nella raccolta di saggi "La lettura digitale e il web" (Ledizioni; 2012). Estratti del romanzo Il diario dei sogni sono stati inclusi nelle riviste americane The Literary Review, Words Without Borders, Metamorphoses, Absinthe New European Writing e nelle antologie Two Lines e Best European Fiction 2011 edita da Dalkey Archive Press. Nel 2012 è uscita la raccolta di racconti Bamboccioni Voodoo Historica Edizioni.
Nel 2013 il romanzo Il ricordo di Daniel Edizioni Anordest, del quale è stato invitato a parlare su RaiEducationalLetteratura.




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